Il tartufo bianco abruzzese non è soltanto una celebrazione di sapori, ma anche e soprattutto un’incredibile narrazione di storia, tradizioni e cultura di questa terra.
Il tartufo bianco, per nascere e svilupparsi ha bisogno di terreni particolari con condizioni climatiche altrettanto specifiche. Il suolo deve essere umido e ricco di humus per gran parte dell’anno, deve essere ricco di calcio e con una buona circolazione di aria. È quindi facilmente intuibile che non tutti i terreni presentino queste caratteristiche e proprio questi fattori ambientali fanno si che il tartufo bianco diventi un frutto raro quanto ambito.
L’Abruzzo è tra le regioni in cui si trovano il maggior numero di tartufi bianchi pregiati, tanto che il tartufo bianco abruzzese è una delle eccellenze non solo regionali ma anche nazionali. Tutto il territorio abruzzese, dalla zona della Val Roveto, a quella del Fucino, passando per gli altopiani della Marsica alle pendici del Gran Sasso, senza dimenticare la Val di Sangro, la zona del fiume Pescara e quella della vallata di Montorio, sono località dove abbonda la presenza di tartufi. La raccolta del tartufo bianco abruzzese avviene da settembre a dicembre e ogni singolo tartufo può raggiungere e superare il chilogrammo di peso.
Caratteristiche
È un tartufo dal color crema più scuro a quello ocra più tenue e ha una superficie esterna particolarmente vellutata. A differenza di altre tipologie, il tartufo bianco abruzzese ha un sapore intenso ma molto gradevole e sfizioso. Ciò lo rende perfetto sia per alcune ricette tradizionali che per la rivisitazione di altre, potendo contare su una grande versatilità per utilizzarlo come ingrediente.
Il tartufo bianco abruzzese è ideale gustato con i formaggi, ma anche e soprattutto come condimento per la pasta, specie quella fatta a mano. Nel nostro ristorante amiamo abbinare il tartufo bianco alle chitarrine fatte a mano o alla scamorza, così come a secondi piatti di carne, specie il filetto.